Portale meridionale della Basilica di Santa Maria Maggiore

Nel 1852 Leopoldo Alinari, con l'aiuto finanziario di Giuseppe Bardi, il calcografo presso il quale fin da giovanissimo aveva fatto il suo apprendistato, impianta a Firenze un piccolo laboratorio fotografico. Compare per la prima volta il nome e marchio "Alinari". Due anni dopo nasce la società Fratelli Alinari, nella quale lavorano anche i due fratelli Giuseppe (1836-1890) che ha mansioni fotografiche, e Romualdo (1830-1890) che ha compiti amministrativi. Gli Alinari si presentano con la loro ditta all'esposizione di Firenze nell'I. e R. Istituto Tecnico con otto saggi fotografici. Nel 1855 si affermano come fotografi di fama internazionale, con la loro prima presentazione ufficiale all'Esposizione di Parigi. In luglio i soggetti fotografici in commercio sono diventati 84: trentanove di Firenze, venticinque di Pisa, dodici di Siena, e otto di altri luoghi del Granducato. Inizialmente specialista nella riproduzione di monumenti e opere d'arte, nella seconda metà del secolo lo studio allarga la propria attività alla ritrattistica e ai servizi in esterno. Intensa la sperimentazione di nuove tecniche fotografiche, con innovazioni continue nei procedimenti di scatto e stampa. Dal 1893 viene avviata l'attività editoriale in proprio: alla fine del 1907 il catalogo annovera 40 titoli di pubblicazioni dedicate alla storiografia artistica e di costume curate da eminenti critici d'arte. Nel nuovo mercato dell'editoria d'arte e delle pubblicazioni dedicate al 'viaggio turistico' in Italia gli Alinari si propongono come uno dei più ricchi archivi di immagini da cui attingere i repertori iconografici. Nel 1920 Vittorio Alinari cede l'azienda, il patrimonio fotografico ricco di 62.000 lastre, e il marchio ad un gruppo di nobili, intellettuali e imprenditori (Antinori, Guicciardini, Supino, Murray, Ojetti, la Banca di Firenze etc.): nasce così la prima "public company" europea che opera nel settore della cultura, la Fratelli Alinari I.D.E.A. (Istituto di Edizioni Artistiche) S.p.A. Dal 1922 la società entra a far parte del Touring Club Italiano, con cui dal 1956 inizia anche un rapporto di collaborazione realizzando campagne fotografiche in alcune aree della penisola. Nel 1994 la Fratelli Alinari assume la gestione in esclusiva mondiale dell' Archivio Fotografico del Touring Club Italiano. Dal secondo dopoguerra la società acquisisce archivi fotografici professionali e artistici in Italia e all'estero, incrementando il patrimonio: i temi variano dall'arte al costume, dall'industria al paesaggio, dalla vita quotidiana agli eventi politico-militari. Complementare all' Archivio è la fondazione nel 1985 del Museo di Storia della Fotografia Fratelli Alinari, il primo in Italia, oggi nel convento delle ex Leopoldine, in Piazza Santa Maria Novella. Parte integrante del Museo è la Biblioteca specializzata in Storia della Fotografia, con oltre 16.000 volumi. Nel biennio 1996-1997 la società stipula accordi di gestione editoriale con l'Archivio dell'Istituto luce e il Ministero per i beni e le attività culturali. Dal 2001 è aperta la consultazione online dell'archivio fotografico.

Nel 1852 Leopoldo Alinari, con l'aiuto finanziario di Giuseppe Bardi, il calcografo presso il quale fin da giovanissimo aveva fatto il suo apprendistato, impianta a Firenze un piccolo laboratorio fotografico. Compare per la prima volta il nome e marchio "Alinari". Due anni dopo nasce la società Fratelli Alinari, nella quale lavorano anche i due fratelli Giuseppe (1836-1890) che ha mansioni fotografiche, e Romualdo (1830-1890) che ha compiti amministrativi. Gli Alinari si presentano con la loro ditta all'esposizione di Firenze nell'I. e R. Istituto Tecnico con otto saggi fotografici. Nel 1855 si affermano come fotografi di fama internazionale, con la loro prima presentazione ufficiale all'Esposizione di Parigi. In luglio i soggetti fotografici in commercio sono diventati 84: trentanove di Firenze, venticinque di Pisa, dodici di Siena, e otto di altri luoghi del Granducato. Inizialmente specialista nella riproduzione di monumenti e opere d'arte, nella seconda metà del secolo lo studio allarga la propria attività alla ritrattistica e ai servizi in esterno. Intensa la sperimentazione di nuove tecniche fotografiche, con innovazioni continue nei procedimenti di scatto e stampa. Dal 1893 viene avviata l'attività editoriale in proprio: alla fine del 1907 il catalogo annovera 40 titoli di pubblicazioni dedicate alla storiografia artistica e di costume curate da eminenti critici d'arte. Nel nuovo mercato dell'editoria d'arte e delle pubblicazioni dedicate al 'viaggio turistico' in Italia gli Alinari si propongono come uno dei più ricchi archivi di immagini da cui attingere i repertori iconografici. Nel 1920 Vittorio Alinari cede l'azienda, il patrimonio fotografico ricco di 62.000 lastre, e il marchio ad un gruppo di nobili, intellettuali e imprenditori (Antinori, Guicciardini, Supino, Murray, Ojetti, la Banca di Firenze etc.): nasce così la prima "public company" europea che opera nel settore della cultura, la Fratelli Alinari I.D.E.A. (Istituto di Edizioni Artistiche) S.p.A. Dal 1922 la società entra a far parte del Touring Club Italiano, con cui dal 1956 inizia anche un rapporto di collaborazione realizzando campagne fotografiche in alcune aree della penisola. Nel 1994 la Fratelli Alinari assume la gestione in esclusiva mondiale dell' Archivio Fotografico del Touring Club Italiano. Dal secondo dopoguerra la società acquisisce archivi fotografici professionali e artistici in Italia e all'estero, incrementando il patrimonio: i temi variano dall'arte al costume, dall'industria al paesaggio, dalla vita quotidiana agli eventi politico-militari. Complementare all' Archivio è la fondazione nel 1985 del Museo di Storia della Fotografia Fratelli Alinari, il primo in Italia, oggi nel convento delle ex Leopoldine, in Piazza Santa Maria Novella. Parte integrante del Museo è la Biblioteca specializzata in Storia della Fotografia, con oltre 16.000 volumi. Nel biennio 1996-1997 la società stipula accordi di gestione editoriale con l'Archivio dell'Istituto luce e il Ministero per i beni e le attività culturali. Dal 2001 è aperta la consultazione online dell'archivio fotografico.

Giovanni da Campione (Campione d'Italia, 1320 circa - Campione d'Italia, 1375 circa) è stato uno scultore italiano.
Appartiene alla corrente dei Maestri campionesi che a lungo si distinsero con le loro opere soprattutto nel nord Italia.
Operò principalmente nel bergamasco, e tra le sue realizzazioni più importanti vanno annoverate quelle per la basilica di Santa Maria Maggiore, tra cui il battistero e i protiri dei due ingressi alla chiesa.
Dal 1361 al 1363 lo scultore ottenne l'incarico di capomastro dei lavori della Basilica.