Alcuni membri della missione alleata con Moicano e Renato.

Fotografo attivo a Lovere, membro della brigata partigiana Garibaldi (nomi di battaglia: Montagna, Libero).
Giovanni Brasi entrò alla Gregorini nel 1913 in qualità di apprendista. Aderì alla sezione giovanile socialista loverese, partecipò alle lotte operaie del "biennio rosso" e nel primo dopoguerra venne licenziato.
Dentro il PSI (Partito Socialista Italiano) Brasi si schierò con la corrente massimalista Serratiana e poi passò al PCdI (Partito Comunista d'Italia).
Dopo l'ascesa del fascismo dovette emigrare in Francia. Rientrato a Lovere qualche anno più tardi, esercitò la pro­fessione di fotografo che svolse con impegno e passione A lui, infatti, si devono le numerose fotografie partigiane della 53a Brigata Garibaldi, tra le più importanti testimonianze visive della lotta parigiana bergamsca.

Attorno a lui, nella seconda metà degli anni ‘ 30, si ricosti­tuì la rete clandestina comunista. Nel luglio 1943 Brasi fu arrestato con l'imputazione di aver ricostituito l'organiz­zazione sindacale all'Ilva.
Nel periodo badogliano fece parte, come delegato comuni­sta, del "Comitato di pacificazione cittadina".
Subito dopo l'8 settembre 1943 Brasi organizzò sui monti sopra­stanti Lovere un gruppo di partigiani, poi trasformatosi nella 53^ Brigata Garibaldi "Tredici Martiri" di Lovere, della quale assunse il comando col nome di battaglia di "Montagna".
Dopo la Liberazione, Brasi svolse la professione di fotografo e per un breve periodo (dal 2 febbraio al 26 ottobre 1946) ricoprì la carica di Sindaco di Lovere.

Sergente britannico SOE, paracadutato in Italia nell'aprile del 1945 insieme a Manfred., per sostenere le battaglie partigiane.

Conte Manfred Maria Edmund Ralph Beckett Czernin von und zu Chudenitz, fu un aviatore e militare britannico, maggiore della Raf.
'Questo straordinario personaggio era nato a Berlino nel gennaio del 1913, durante al missione del padre, il conte Otto, come ambasciatore austriaco. Dopo la prima guerra mondiale la famiglia Czernin si trasferisce a Londra. Nel 1939 Manfred entra nella Raf e acquista grande notorietà nelle battaglie aeree in difesa dell'Inghilterra. Nel 1944 passa al Servizio Speciale (Soe) per conto della quale svolge due missioni in Italia, la prima nel giugno del 1944, la seconda in bergamasca nel 1945. Cfr. Franks (1976) e Angelo Bendotti (2011).
Manfred Czernin muore all'età di 49 anni a Londra.
Il suo corpo è sepolto nel giardino di Villa Cimbrone, a Ravello, dove spesso soggiornava con la madre, la contessa Lucille Frost.

Caporale britannico SOE, paracadutato in Italia nell'aprile del 1945 insieme a Manfred., per sostenere le battaglie partigiane.

Nasce a Rovigno, in Istria, nel 1915. Matura forti convinzioni ideologiche, prima comuniste e poi anarchiche. Studia medicina a Padova e partecipa alla guerra civile spagnola. Tornato in Italia, tra il '44 e il '45, diviene commissario politico nel battaglione friulano comandato da Mario Modotti. Sotto il nome di Paul Jones, raggiunge i territori jugoslavi e lì entra in contatto con Manfred Czernin, che gli propone di raggiungere il nord Italia per affiancarsi alla guerra partigiana. Il 6 aprile 1945 viene paracadutato a Pizzo Formico e successivamente raggiunge la 53^ Brigata Garibaldi, dove assume anche funzione di comandante. Per la biografia di Poduje cfr. Bendotti e Ruffini (2008), pp. 93-123

Nato a Cernobbio nel 1917, medico chirurgo, Fasana è uno dei più noti partigiani bergamaschi.
Prestato servizio militare di dodici mesi in sanità, tra Verona e Trento, l'8 settembre si unisce attivamente nei gruppi cattolici che fanno capo all'Oratorio delle Grazie di Milano.
Coordinatore fra la Val Brembana e la Val Seriana, entra a far parte della Brigata XXIV Maggio, comandata da Giacomo Tiragallo, morto in un rastrellamento a Cornalba il 25 novembre del '44. Dopo questa data, la brigata è sull'orlo del disfacimento e Fasana viene nominato comandante.
Giuseppe Belotti, nel suo libro 'I cattolici di Bergamo' (p. 547) lo definisce "un cattolico militante dalla tempra d'acciaio, dal carattere indomito, medico alla Clinica Castelli di Bergamo, datosi alla macchia per non servire i tedeschi sotto le armi".
Dopo la fine della guerra, Fasana lascia Bergamo per la Cina, dove inizia l'opera missionaria che lo porta poi in India, Uganda e Kenya. Lavora presso l'Università di Nairobi fino al 1982
Muore a Milano l'8 settembre 1994.
Nel 1968 uscì il suo libro autobiografico edito dalla Jaka Book: 'A sud delle nubi. Memorie di un medico in Cina'.