Conferenza nell'ambito delle manifestazioni curate dalla Biblioteca Civica Angelo Mai per l'Anno internazionale del libro

Studio fotografico di proprietà di Fausto Asperti situato in via Francesco d'Assisi a Bergamo.

Vittorio Mora, nato nel 1920, è stato un insegnante e politico italiano.
Laureatosi in Lettere filosofia e pedagogia all'Università Cattolica di Milano, Mora iniziò la carriera di insegnante all'Istituto Vittorio Emanuele di Bergamo, di cui fu in seguito preside.
Fu membro del direttivo provinciale del sindacato unico della scuola media e nel 1949 promosse il Sindacato insegnanti scuole non statali.
Durante le due amministrazioni di Costantino Simoncini (dal 1956 al 1964) fu assessore all'Assistenza e ai servizi sociali del comune di Bergamo, ricoprendo poi la carica di presidente dell'ECA - Ente comunale di assistenza.
Dal 1947 fu socio dell'Ateneo di Scienze, Lettere e Arti di Bergamo e fu Grammatico del Ducato di Piazza Pontida, dedicandosi in tali contesti allo studio e alla promozione della cultura popolare bergamasca e del dialetto locale; negli anni Settanta fu inoltre presidente della Commissione della Biblioteca civica "Angelo Mai" di Bergamo.
Vittorio Mora morì a Bergamo il 30 gennaio 2009.

Figlio del noto architetto Virginio, si formò tra Pavia e Milano studiando ingegneria e architettura. Iniziò nel 1919 a lavorare a Milano presso diversi studi: connotazione principale dell'attività di Muzio in quegli anni furono la grande attenzione al territorio e alla città e la convinzione che qualsiasi contributo realmente fattivo ed efficace dovesse essere apportato in forma collettiva. Progettò e realizzò chiese, padiglioni per esposizioni, sedi universitarie, sedi di assicurazioni e periodici, sedi governative, stazioni e impianti idroelettrici, piani regolatori, monumenti ed edifici privati, anche di grandi dimensioni, distinguendosi per l'originalità del linguaggio e la moderna articolazione funzionale delle planimetrie. Negli anni Venti fu interlocutore vivace nel dibattito architettonico e presenza importante nella vita culturale milanese e italiana. Collaborò in maniera continuativa con numerose testate; fu tra i fondatori dell'Associazione artistica tra i cultori di architettura in Milano (1926) e, nel 1923, del Gruppo degli architetti-urbanisti milanesi. Intensa l'attività di Muzio nel campo dell'architettura religiosa e chiesastica, favorita dal programma di evangelizzazione delle nuove periferie urbane promosso dall'arcivescovo Ildefonso Schuster. Forse in ossequio al padre Virginio, Muzio aveva già realizzato in provincia di Bergamo le chiese di Zorzino, Pozzolo Formigaro (la sola completata, nel 1922), Ponte Nossa e Albino (1923), Sotto il Monte (1928). Gli anni Trenta videro Muzio protagonista dello scenario urbanistico e architettonico del capoluogo lombardo. Dopo il conflitto mondiale l'attività professionale di Muzio proseguì, proficua e ininterrotta ma in certo modo estraniata dal contesto, fino al 1980, indirizzandosi in maniera significativa verso l'architettura chiesastica e religiosa in genere. Completò nel 1956 la sistemazione di piazza Duomo a Milano, iniziata nel 1940-42. L'attività didattica al Politecnico di Milano, al Politecnico di Torino e all'Università di Milano affiancò sempre quella professionale.