La formazione artistica

Le 3.092 lastre di vetro che la Provincia di Bergamo ha acquisito nel 1981, e di cui è stato promosso un intervento di restauro nel 2002, mettono in risalto la forte personalità di un ‘fotografo-artista’.

Nato a Piazza Brembana nel 1865, Eugenio Goglio lascia la Valle nel 1880 per frequentare prima l’Accademia di Brera e poi la Scuola Superiore di Arte Applicata del Castello Sforzesco di Milano, allora diretta da Luigi Cavenaghi.

Milano capitale della cultura

L’ambiente culturale della capitale lombarda offre sicuramente maggiori stimoli rispetto al piccolo paesino della Valle.

Qui Goglio conosce scultori, architetti, disegnatori, apprende il mestiere dell’intagliatore, del decoratore, del pittore e la recente arte fotografica. Fondamentale è la lettura del manuale “Vade-Mecum del fotografo” di Rodolfo Namias, chimico e pioniere della fotografia attivo proprio a Milano, da cui Goglio apprende la tecnica e le conoscenze chimiche per impressionare l’immagine della realtà su supporti da ripresa e stampa.

Lo studio fotografico di Piazza Brembana

Al ritorno a Piazza Brembana nel 1889, Goglio riceve le prime commissioni pubbliche e private per la realizzazione di sculture, decorazioni architettoniche e dipinti.

Parallelamente allestisce nella sua casa uno studio fotografico con annessa terrazza all’aperto che utilizza come “teatro di posa”.

Abbellito con fondali riccamente decorati con scene trompe l’oeil, da lui stesso dipinte, il cortile di casa Goglio accoglie la gente del luogo desiderosa di ricevere il proprio ritratto o quello di famiglia.

Un lenzuolo bianco è invece lo scenario che generalmente si staglia alle spalle degli abitanti dei paesi limitrofi, raggiunti dal fotografo con la propria attrezzatura.

‘Dipingere’ con la luce

Se ‘fotografia’ significa ‘scrivere con la luce’, le immagini che Goglio fissa sulla lastra di vetro con la macchina fotografica si avvicinano a veri e propri quadri.

Allo sguardo antropologico col quale il fotografo osserva i soggetti, si accompagna un’attenzione per la struttura compositiva, per la scelta delle pose, disinvolte o scherzose, per l’inserimento di piccoli dettagli, come un libro aperto, una sedia, uno strumento di lavoro, un cappello e una bicicletta, che arricchiscono la scena.

Goglio fotografa tutti con eguale dignità, sia la nuova piccola borghesia sia lavoratori di più modesta condizione e umile origine.

 I ritratti di gruppo ambientati

Assai curata è la dimensione corale dei ritratti di gruppo, soprattutto quelli ambientati all’aperto. La costruzione iconografica della scena rivela un’impeccabile maestria del fotografo nel distribuire le figure all’interno dell’inquadratura, nel variare le pose, nell’individuare la luce e nel riuscire a instaurare un rapporto di collaborazione e familiarità con i soggetti che movimentano la scena.

Eugenio Goglio racconta i volti della Valle, ne coglie l’intima natura, ne restituisce la bellezza e i sentimenti, mostrando un mondo oramai distante e oggi quasi scomparso.


Le fotografie di Eugenio Goglio sono consultabili sul sito di Lombardia Beni Culturali http://www.lombardiabeniculturali.it/fotografie/autori/3709/

A cura di Jennifer Coffani