FONDO TITO TERZI
42.000 diapositive a colori: il fondo conserva gli scatti di Pier Achille “Tito” Terzi delle Alpi e delle Prealpi bergamasche tra gli anni Settanta del ‘900 e i primi Duemila.
introduzione
Composto da 42.000 diapositive a colori realizzate tra il 1972 e il 2009, raccoglie l’archivio di Pier Achille “Tito” Terzi, depositato presso il Museo nel 2015 dalla moglie Adele Tavella.
Cenni storici
Pier Achille “Tito” Terzi (1936-2010) intraprende la professione negli anni Settanta, coniugando le sue due grandi passioni, la fotografia e la montagna.
Inizia a lavorare su commissione per le aziende, ma, incontrato l’editore Cesare Ferrari, avvia con lui una lunga collaborazione in veste di fotografo e di grafico.
Rapidamente acquista un forte ruolo propositivo riguardo i soggetti dei servizi e i contenuti editoriali, guidato dall’idea di valorizzare gli aspetti paesaggistici, sociali e culturali delle Orobie, intento che resta nel tempo il filo conduttore della sua attività. “Orobie” è anche il titolo della rivista che contribuisce a fondare negli anni Novanta.
Terzi fotografa durante lunghi percorsi in montagna con un apparecchio Nikon. Tra cascine, chiese e borghi osserva scene di vita e di lavoro, la quotidianità della gente, dedicando molte immagini alla natura e al paesaggio antropizzato e immortalando i cambiamenti che interessano i territori montani, nella Bergamasca come altrove.
Le immagini riguardano in particolare: le valli Seriana, Brembana, Taleggio, Serina, Brembilla e Imagna; i laghi di Iseo ed Endine; i paesi della provincia. Un migliaio di scatti sono dedicati anche a Città alta e in particolare alle mura, a San Vigilio, alla Rocca, a Piazza vecchia e alla Fara.
Materiale
Le immagini del fondo sono diapositive a colori prevalentemente di formato 35 mm, 6×6 cm e 6×9 cm. Il materiale è stato ordinato dal fotografo stesso per aree geografiche.