Un’infanzia turbolenta

Nato nel 1898 a Milano, il futuro campione dei pesi medi ha un’infanzia turbolenta: la sua formazione è segnata da continue espulsioni da scuole e da risse a cui prende parte con entusiasmo. Trova sfogo ideale alla sua irrequietudine nello sport, prima nel canottaggio, quindi in quella che diventerà la sua vita: il pugilato.

I primi risultati

Il suo primo incontro si tiene nel 1916 a Como, nonostante sia un peso piuma, riesce a spuntarla con un terzo posto e tre anni dopo consegue la prima vittoria internazionale contro lo statunitense Genny Moran. Nel 1922 al Teatro Carcano di Milano sconfigge Leone Jacovacci. Si tratta dell’incontro tra due pugili destinati a carriere agli antipodi: se per il nascente regime fascista Frattini sarà uno dei talenti da portare in palmo di mano, Jacovacci, figlio mulatto di padre italiano e madre del Congo belga, rappresenterà l’esatto contrario perché poco rappresentativo del concetto d’italianità dell’epoca.

L’incontro con Giuseppe Carpegna

Una delle fortune di Frattini è costituita dall’incontro con Giuseppe Carpegna, intraprendente impresario della Milano capitale del pugilato italiano del tempo, che riesce a lanciare la carriera di quattro futuri campioni europei: Erminio Spalla, Mario Bosisio, Domenico Bernasconi e lo stesso Bruno Frattini. Nel 1924, grazie a Carpegna, Frattini è ingaggiato per lo sfortunato incontro con il celebre pugile inglese Ted Kid Lewis, campione del mondo dei pesi welter negli anni Dieci.

Il successo

Nel 1924 trascorre cinque mesi a New York per disputare diversi incontri e quindi tornare in Italia e affrontare il campione indiscusso Roland Todd, che sconfigge il 30 novembre 1924.

Sul Corriere della Sera l’esito dell’incontro è ricordato con queste parole:

“Frattini, allenatissimo e veloce, ha quasi sempre imposto al tecnico avversario il suo gioco. Guardia impenetrabile, risposte secche e precise scevre da inutili teatralità, ricerca dei corpo a corpo, attente schivate, correttezza: queste le principali caratteristiche di tale giuoco basato sulla calma e sulla velocità”

Conquista così il primato dei pesi medi a livello europeo. L’apice della carriera di Frattini coincide con gli anni di affermazione della dittatura fascista, di cui è convinto sostenitore, tanto da scrivere a Mussolini in persona per comunicargli la conquista del titolo.

A cura di Lia Corna